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La Salus Populi Romani è un’opera antichissima e per questo molto fragile. Il supporto su tavola è destinato pian piano a deteriorarsi.
L’opera è stata restaurata poco tempo fa sotto la direzione della direttrice dei Musei Barbara Jatta.
In un recente incontro, la Dott.ssa Jatta ha chiesto a Bottega Tifernate la fattibilità sulla possibile riproduzione dell’opera a “regola d’arte” mediante l’utilizzo dello stesso tipo di legno, dipingendola su base pictografica con materiali e processi di lavorazione usati per l’originale.
Tutto questo per portare in processione la nostra realizzazione anziché l’originale.

Bottega Tifernate già si è trovata a studiare il dipinto poiché realizza pictografie su tavola e affresco per il bookshop della Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo di custodia dell’icona.
Le opere d’arte hanno una capacità unica, non solo quella di raccontare il proprio tempo ma di attraversarlo e nel tempo diventare un riferimento, un rifugio o una speranza per Pontefici e fedeli.
Tutto questo è l’icona bizantina Maria Salus Populi Romani, forse la più amata immagine mariana, raffigurante la Madonna col Bambino custodita e venerata nella cappella Paolina della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma; il più antico santuario mariano dell’Occidente.
Un’opera salita in questi giorni alla ribalta della cronaca dopo il gesto che ha compiuto Papa Francesco nella Terza Domenica di quaresima: lui, nel deserto di Roma per pregare contro la peste.
L’Italia così come tutto il mondo sta affrontando l’Emergenza Coronavirus, una pandemia , come dichiarato dall’Oms che colpisce tutti, divenendo letale per le persone più fragili.

Anche Papa Francesco così come Pio XII che sull’altre della Basilica di Santa Maria Maggiore davanti alla Salus Populi Romani celebrò la sua prima messa da sacerdote, ha un legame speciale con quest’opera. Il Santo Padre si reca spesso a venerare l’icona, non solo durante le celebrazioni mariane ma anche prima di affrontare un viaggio e ogni volta al suo ritorno, come segno di ringraziamento. Domenica il Papa ha invocato la fine della pandemia recandosi a Santa Maria Maggiore, andando ad implorare la protezione di Maria Salus Populi Romani. La sua intenzione si è rivolta a tutti coloro che in questo momento sono in prima linea per affrontare la pandemia e per sorreggere la società.

Il legame fra l’icona bizantina e il popolo Romano è molto forte, più volte nella storia è stata invocata per affrontare epidemie e pestilenze, già nel  593 Papa Gregorio aveva portato l’immagine sacra in processione per far cessare la peste, e nel 1837 Gregorio XVI l’ha invocata per far finire un’epidemia di colera

L’icona venerata a Santa Maria Maggiore era presente a Tor Vergata nell’Agosto 2000 per la Giornata Mondiale della Gioventù; in quell’occasione, Giovanni Paolo II volle affidarla ai giovani.

In questo momento unico nella storia, nonostante la chiusura delle Chiese dovuta ai provvedimenti del Governo, il messaggio e il conforto del Papa e dei sacerdoti in tutta Italia arriva nelle case grazie alle nuove tecnologie; il gesto di Papa Francesco che in una Roma desertica durante una guerra contro un nemico invisibile, si reca a venerare Maria Salus populi Romani è straordinario. Un gesto che ricorda Pio XII che nel Giugno del 1944, in una Roma liberata, attribuì la la grazia della liberazione dall’occupazione nazifascista proprio a Maria Salus Populi Romani; e che successivamente celebrò l’icona, con una solenne processione per le strade di Roma nel 1953.

In ogni momento di difficoltà la fede è l’approdo sicuro …e nei momenti di dolore Maria Salus Populi Romani c’è per i pontefici e per tutti i fedeli: davanti a lei, tutti insieme, invochiamo protezione per i nostri cari.

Maria Salus Populi Romani

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