La Fuga in Egitto è un affresco (200×185 cm) di Giotto, databile attorno al 1303–1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova.
La Fuga in Egitto nella Cappella degli Scrovegni
La scena si trova all’interno della Cappella degli Scrovegni a Padova, commissionata nel 1303 venne consacrata il 16 Marzo 1305. Due anni in cui Giotto regalò un capolavoro alla storia del’arte mondiale. L’opera venne commissionata da Enrico Scrovegni, noto mercante padovano che dichiarò nella supplica al Vescovo, di volerla costruire così da purificare l’anima paterna strappandola alle pene dell’Inferno. Dove lo stesso Alighieri nella sua Divina Commedia, lo avrebbe messo. Nella parete del Giudizio Universale Enrico volle farsi inserire dalla parte dei Beati nell’atto di dedicare l’opera alla Vergine. La presunzione di meritarsi in tal modo il Paradiso fu tale che i frati del vicino convento degli Eremitani scrissero al Vescovo che Enrico aveva aperto la cappella per orgoglio e personale vanità no per lode a dio.
La scena: dettagli
L’intera scena viene racchiusa da una piramide, evidenziata dal masso roccioso sullo sfondo, punteggiato da qualche albero simboleggiante l’arido paesaggio della narrazione vangelica.
L’angelo, apparso in sogno ed ora in cielo, invita la Sacra Famiglia alla fuga per scampare così alla strage degli innocenti che avverrà per ordine di Erode. Maria sull’asino è al centro della scena e regge il figlio in grembo mediante una sciarpa annodata al collo. La veste che indossa è rossa e se in origine sullesue spalle scendeva un manto blu, ormai di esso permangono solo poche tracce. E poi ancora Giuseppe che regge un cesto, l’inserviente e gli aiutanti di Maria. Una scena in cui delicate sono le tonalità dei colori che spiccano sull’azzurro del cielo in completa armonia con le altre scene della cappella . Ricche variazioni cromatiche che donano plasticismo, espressività e umanità alle figure.
Giotto l’innovatore
Giotto fu colui che pose le basi per le grandi innovazioni della pittura. Allievo di Cimabue si spinge oltre il Maestro con una nuova spazialità che racconta uno spazio reale, forme e personaggi che si muovono come se fossero liberi, in continua correlazione fra loro e con il paesaggio che li circonda. I volti che il pittore dipinge sono reali, lo spettatore comprende immediatamente che sono volti di persone vere. Volumi e plasticità dei corpi assolutamente innovativi. Esattamente come per la “Fuga in Egitto” il chiaroscuro e i colori nel pittore, definiscono corpi ed espressioni che non sono più piatti ma paiono quasi uscir fuori dalle pareti.
Giotto Fuga in Egitto
Pictografia a fresco su calce
applicazioni in gesso a caldo; doratura in foglia 18 kt.
spessore 12 mm ca.
Gancio a scomparsa
Codice prodotto: 0224
Scopri tutti i nostri prodotti store