La Pentecoste è un affresco (200×185 cm) di Giotto, databile attorno al 1303–1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova.
La Cappella degli Scrovegni
La scena si trova all’interno della Cappella degli Scrovegni nelle “Storie di Gesù”. Sebbene la costruzione della grande opera si deve a Enrico degli Scrovegni, la storia e la letteratura ricordano il padre, un noto usuraio padovano che Dante Alighieri nella sua Divina Commedia pone all’Inferno. Enrico fa costruire un intero palazzo di cui la Cappella è destinata ad essere oratorio privato e futuro mausoleo familiare. E chiama il maestro Fiorentino Giotto che lavora con una squadra di oltre quaranta collaboratori per circa 625 giornate di lavoro alla sua realizzazione. Giotto dipinse l’intera superficie interna dell’oratorio con un progetto iconografico e decorativo unitario, linearità e dettaglio. Quel dettaglio che si ripete ogni anno quando il 25 marzo un raggio di sole passa tra la mano di Enrico e quella della Madonna.
Giotto La Pentecoste: dettagli
La scena si svolge in una stanza, loggia traforata da archi a sesto acuto trilobati. All’interno seduti su panche di legno si trovano undici apostoli (dopo la morte di Giuda, suicidatosi). Giotto qui utilizza un escamotage (già usato in altre scene) per facilitare la vista dello spettatore: l’edificio viene posto di scorcio verso sinistra. La luce cade e copre gli apostoli, una luce divina e rossa come le fiamme.
Ritenuta soprattutto opera di aiuti, la scena mostra tonalità delicate e una cura del dettaglio soprattutto nelle vesti e nei volti dei partecipanti.
Giotto l’innovatore
Giotto viene considerato il fondatore del linguaggio pittorico del’300. Allievo di Cimabue che accompagna nella realizzazione di grandi capolavori come la Basilica di Assisi. Dal Maestro mutua tratti artistici tradizionali: l’arte di scansionare nettamente le ombre dalle luci, di ricorrere a simboli iconografici fissi per rendere riconoscibili i suoi protagonisti e di mettere in scena architetture fantasiose lontane dalla realtà. Se Giotto muove i suoi passi all’interno della tradizione, potente è l’innovazione che egli apporta.
Il pittore segue il Vangelo di Giovanni nel raccontare il momento in cui Gesù benedice l’acqua versata nelle grandi giare trasformandola in vino. Protagonisti del quadro sono Gesù e Maria che insieme a San Pietro sono gli unici personaggi ritratti con l’aureola, al centro la sposa . Figura che cattura l’attenzione dello spettatore è l’obeso, intento ad assaggiare il vino nuovo; proprio questa figura testimonia il grande rinnovamento che Giotto apporta nella pittura dell’epoca. Un nuovo modo di ritrarre i personaggi, le figure umane apportando contributi realistici,quasi delle istantanee della vita del suo tempo.
La Pentecoste è un affresco (200×185 cm) di Giotto, databile attorno al 1303–1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova.