Qui troviamo un frammento dell’opera di Sandro Botticelli che raffigura la Madonna, contraddistinta dai tipici lineamenti dolci botticelliani che sorregge il Bambino sulle ginocchia, intenta a sfogliare le pagine di un libro di preghiere.
La bellezza ideale dei due protagonisti è resa ancor più delicata da quel lirismo che derivava a Botticelli dallo studio dell’opera di Filippo Lippi. Le linee sono morbide ed eleganti, il sentimento calmo, lontano ancora dall’intensità espressiva dell’ultima produzione dell’artista . All’interno dell’opera non sono presenti fonti luminose ulteriori al di là della finestra che offre lo scorcio su di un bellissimo tramonto; tuttavia la luce sembra irradiarsi dai loro volti, volti pienamente illuminati , un’illuminazione più mistica che reale, un espediente per evidenziare la natura divina dei personaggi.
Le forme sono ben calibrate, con la posizione curvata e protettiva di Maria verso il figlio e il felice intreccio di gesti e di sguardi che lega le due figure in un rapporto di profonda affettuosità, venato da una serena malinconia degli sguardi che è tipica dell’autore.
Il dipinto, che ha affrontato nel 1951 un restauro attraverso il quale gli studiosi hanno potuto affermare con un certo margine di sicurezza l’autografia di Botticelli, è stato realizzato attorno al 1480.
La tecnica utilizzata per riprodurlo è la pictografia, un metodo di lavorazione unico frutto di anni di ricerca di Bottega Tifernate che mette la tecnologia a disposizione dell’arte del passato, attraverso l’impiego di materiali e ricette utilizzate per l’originale. L’unica tecnica al mondo che facendo convivere scienza ed arte è in grado di ricreare quel dialogo emozionale unico fra l’opera d’arte originale e l’osservatore.